Cosa facciamo

Il Presidente Salvatore Nania, nel 1994 si è posta una domanda: se la Dirigenza della Sacelit, nel momento dell’assunzione, non ha provveduto ad informarlo quali fossero i rischi espositivi all’interno dell’azienda in merito all’Amianto, sostanza cardine e altamente cancerogena della produzione di Amianto-Cemento, per cui poteva decidere se accettare o no di lavorare nella stessa azienda, fossero stati responsabili dell’integrità fisica e psicofisica sua, dei lavoratori e dei decessi avvenuti dal 1970.

Ecco nascere il Comitato con tre obiettivi:
1) Effettuare le richieste di risarcimenti danni sia per coloro che avevamo contratto patologie derivanti dall’esposizione lavorativa, sia per tutti coloro che erano deceduti per patologie causate dall’esposizione.
2) Effettuare e seguire le richieste di malattia professionale e rendite ai superstiti nei confronti dell’Inail.
3) Far rispettare quanto previsto dalla Legge 257/92 per la quale il Presidente Nania è stato a Roma per poterla ottenere.

Si è dato incarico ad un Avvocato ed a un medico (Pneumologo), per redigere le relazioni Tecnico lavorative patologiche e effettuarne i ricorsi legali. Ricorsi, nei confronti della Sacelit, decisi dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto alla fine degli anni 90. Infatti essendo la Sacelit condannata a risarcire gli ex dipendenti con patologie e i deceduti per cause espositivi lavorativi, per tutti coloro che non erano trascorsi più dei 10 anni. La legge prescrive eventuali ricorsi che hanno superato il periodo per la prescrizione. Avendo capito che avrebbero rischiato di perdere tutti i successivi ricorsi, la Dirigenza della Sacelit, ha accettato una proposta di conciliazione Stragiudiziale avanzata dal Comitato e dal Legale, ancora oggi vigente.

Detta proposta quantificava i vari casi di patologie e dei decessi relativi agli ex dipendenti e ai familiari che ne erano venuti a contatto con gli abiti di lavoro, evitando i ricorsi legali. Il Presidente Nania, considerati che tanti ex lavoratori con patologie riconosciuti e deceduti sin dagli anni 70 e che non avevano più il diritto del risarcimento per la prescrizione decennale, ha effettuato una richiesta di esigua somma da essere erogata anche a coloro per i quali il diritto era prescritto. Solo così si è effettuato e sottoscritto l’accordo stragiudiziale tra le parti, ancora oggi in vigore. Mentre per i ricorsi con le altre ditte sono tantissimi presentati, ancora in corso.

Inoltre ci si occupa di preparare le richieste di malattia professionale e le rendite ai superstiti per l’INAIL da fare presentare al Patronato, e per quelle negative effettuare i ricorsi legali, considerato che i Medici dell’INAIL non riconoscono le diagnosi effettuate dai medici della Sorveglianza Sanitaria e degli Ospedali, anche se previsti nel Testo Unico.

Un lavoro importante è stato effettuato nel 2003 con accordo effettuato con l’ASP 5 di Messina per la Sorveglianza Sanitaria gratuita per gli ex esposti della Sacelit e dei loro familiari. Detto lavoro è stato ampliato con la ricerca Epidemiologica degli ex esposti e dei familiari da parte dei Medici dell’I.S.S. di Roma, che hanno effettuata una ottima ricerca in merito che è stata anche pubblicata.

Dal 2012 dopo la seconda Conferenza Governativa Nazionale Amianto svoltasi a Venezia, il Comitato fa parte del C.N.A. (Coordinamento Nazionale Amianto), con il quale ha lavorato e sta lavorando per il rispetto della legge 257/92, per le Sorveglianze Sanitarie gratis e uguali per tutti i soggetti a livello nazionale, per le bonifiche del territorio nazionale dai prodotti in amianto cemento, per le bonifiche dell’amianto friabile nelle aziende, per un contributo a fondo perduto, da parte dello Stato, per eliminare i prodotti in amianto cemento nelle strutture dei privati cittadini. Per un confronto costruttivo con i ministeri a livello governativo per l’eliminazione definitivo del rischio fibre Killer di amianto ed evitare esposizioni che procureranno patologie (Mesotelioma) per altri 30 o 40 anni prossimi.

Nel 2016 il Comitato ha anche chiesto, alla Procura di Messina, di effettuare un’inchiesta sui circa 600 decessi avvenuti tra gli ex dipendenti della Società Pneumatici Pirelli di Villafranca Tirrena, che era iniziata e successivamente non proseguita, per la quale si è chiesto nel 2023 notizie in merito, ancora oggi in attesa.

Nel 2016, siamo riusciti, considerato che, ne avevamo effettuato richiesta, già nel 2014, di estendere la Sorveglianza Sanitaria per gli ex dipendenti della Società Pneumatici Pirelli di Villafranca Tirrena e a tutti coloro che erano stati esposti alle fibre di Amianto o a sostanze altamente cancerogeni nei luoghi di lavoro, di ottenerla, ed è ancora oggi vigente.